Una mappa mentale per studiare: cos'è?
Per rendere più semplice ed efficace l'apprendimento di nozioni può essere utile affidarsi a una mappa mentale, una tecnica elaborata sulla scorte delle teorie di un celebre cognitivista, Tony Buzan. Ma che cos'è una mappa mentale? Si tratta semplicemente di una rappresentazione grafica dei concetti che bisogna imparare, degli schemi per studiare più velocemente e in maniera efficace. Le mappe mentali per studiare non si limitano a cercare una semplice connessione grafica delle relazioni tra i concetti o le nozioni, ma di una vera e propria tecnica di apprendimento che sfrutta la memoria visiva, per cercare un imprint non tanto mnemonico quanto emotivo, e fare in modo che quanto appreso risulti ben radicato in profondità.
Come funziona una mappa mentale
In un'epoca in cui si elaborano schemi a cascata per rappresentare visivamente qualsiasi concetto, la mappa mentale utilizza tale metodologia concettuale a scopo di apprendimento: il principale scopo di una mappa mentale risulta essere quello di creare ricordi vividi nella mente, che possono essere utilizzati per richiamare alla memoria le nozioni apprese quando servono. Per questa ragione uno dei sistemi più impiegati è quello del cosiddetto PAV, acronimo che sta per Paradosso Azione Vivido: come funziona? Si tratta di elaborare immagini che devono risultare estremamente dinamiche, vivide appunto, assai realistiche, in modo da catturare efficacemente l'attenzione ed essere riportate alla mente con facilità. Un esempio comune che spiega in maniera chiara la mappa mentale è l'idea di associare una balena a un acquario che abbiamo in casa invece che all'oceano: le associazioni mentali si ramificano ad albero, esattamente come i nostri neuroni cerebrali, restituendo una visione d'insieme e non parziale.
I vantaggi di una mappa mentale
Come abbiamo spiegato una mappa mentale è utile perché aiuta a memorizzare il contenuto in maniera visiva, fondandosi su processi fortemente emotivi. I vantaggi di una mappa mentale sono diversi, e possiamo indicarli sinteticamente in questo schema:
- Interiorizzare il contenuto: la mappa mentale permette di risalire più facilmente a un concetto appreso, studiando come se dovessimo a nostra volta spiegare a qualcuno la materia di apprendimento
- Prendere appunti in maniera ordinata: grazie a una mappa mentale possiamo elaborare schemi via via sempre più complessi ma ben delineati, permettendoci di ritornare su un determinato argomento ampliando il macro-tema con le varie possibili ramificazioni secondarie, sulla scorta di nuove lezioni apprese sul medesimo tema
- Scrivere tesi: soprattutto per gli studenti universitari la mappa mentale è utile per focalizzare gli argomenti principali e poi le successive correlazioni quando bisogna elaborare uno scritto
- Esposizione più chiara dei contenuti: in ultimo la mappa mentale aiuta ad esporre in maniera più precisa dal punto di vista terminologico quanto si è appreso, seguendo una scala di priorità
Prima della mappa mentale: le tecniche mnemoniche
Prima ancora di costruire la propria mappa mentale, chi ha difficoltà nel memorizzare i contenuti di una lezione può trovare aiuto in antiche tecniche mnemoniche che sono ancora oggi di grandissimo aiuto nell'apprendimento: rientrano tra queste metodologie ad esempio i loci ciceroniani, sulla scia del grande oratore romano che costruiva i suoi discorsi associando i concetti a luoghi incontrati lungo un percorso reale, per cui possiamo imparare a visualizzare temi e correlazioni in maniera corretta. Un altro grande pensatore del passato, il filosofo Leibniz, ha elaborato la tecnica della conversione fonetica, attraverso cui associare dei numeri ai suoni, e successivamente alle parole da apprendere, una tecnica che richiede esercizio continuo per risultare davvero efficace. E poi c'è anche la fotografia mentale vera e propria, utile soprattutto per incamerare nozioni di quelle discipline, come quelle artistiche o scientifiche, in cui lo studio approfondito dell'immagine può essere fondamentale per memorizzare concetti complessi, elaborando relazioni di causa-effetto attraverso la scomposizione appunto di un'immagine in parti più piccole.